Da Speaker’s Corner di Massimo Ferrarini per D.A. Italia – maggio 2021
In marzo e in aprile si sono visti timidi segnali di ripresa.
Bella forza, direte voi. Ci piace vincere facile, nel marzo e aprile del 2020 si assisteva ad una chiusura quasi totale. Il settore totalizzava perdite ben oltre il 60%. E’ chiaro che ora siamo in una situazione diversa. Andiamo quindi a paragonare il nostro bimestre 2021 ancora con il 2019 (anno bisesto anno funesto, mai detto fu più appropriato) le percentuali di calo si attestano ancora tra il 15% e il 27% a seconda delle zone di attività.
Forza non abbattiamoci e paragoniamo il solito bimestre 2021 con marzo e aprile del 2020 e finalmente apparirà il segno positivo!
Più che una soddisfazione per la lenta ripresa (incrementare un risultato che era vicino allo zero non è difficile), dobbiamo rallegrarci ed essere maggiormente ottimisti, in quanto abbiamo raggiunto il picco e ora inizia la discesa; dobbiamo augurarci che non sia troppo lunga.
Da questa pandemia però dobbiamo trarne qualche insegnamento.
Nulla sarà più come prima. I luoghi di lavoro saranno meno popolati per via del lavoro a distanza, ne abbiamo parlato già molte volte. Chi se lo potrà permettere lavorerà da casa. Non tutti i lavoratori la pensano allo stesso modo, c’è chi non ne può più e scalpita per tornare al lavoro in presenza, ha voglia di confrontarsi di persona con i colleghi. (questi sono i nostri clienti preferiti).
Altri invece si sono ritagliati un ampia zona di confort e non disdegnano la comodità dei propri spazi domestici. Provano a volte solamente una leggera nostalgia per l’ufficio. (questi sono diventati anche loro nostri i preferiti clienti se siamo riusciti a servirgli il caffè a casa, cosa non semplice). Volete sapere come la penso io?
I primi, dopo il ritorno in ufficio si troveranno in poco tempo a rimpiangere la comodità del lavoro a casa. I secondi vorranno però passare anche qualche giorno in ufficio. In ogni caso il risultato sarà quello che vedrà meno lavoratori e quindi meno consumatori nei luoghi di lavoro. Tradotto: meno erogazioni-meno fatturato.
Dobbiamo necessariamente recuperare la marginalità perduta.
Sarà necessario agire su una maggiore qualità dei prodotti e del servizio offerto, bilanciato da prezzi adeguati.
Il momento è uguale per tutti, siamo tutti sulla stessa linea di partenza, facciamo in modo che le regole di ingaggio siano uguali.
Non svalutiamo il servizio, i prezzi, la marginalità. Sfidiamoci, tenendo però alti questi valori. È un’occasione per recuperare almeno in parte ciò che la pandemia ci ha tolto e ci toglierà.
Valorizzare maggiormente il settore, diventa un dovere.
Anche i fornitori dovranno fare la loro parte, abbracciando il nuovo corso. Innovazione tecnologica, attenzione all’ambiente, (per non farci mancare nulla non flirtiamo certo con il ministero di riferimento), nuovi prodotti, nuovi progetti, insomma un insieme di cose che ci aiutino a cambiare e ad offrire qualcosa in più ai nostri clienti, disposti a riconoscerci, nelle variazioni di prezzo, le migliorie offerte.
Se saremo uniti in questo processo, la svolta sarà più facile, è necessaria un’azione corale. Ci sarà sempre il “furbetto” che andrà contro corrente, ma sarà sempre più isolato, se la maggior parte di noi sarà unita da questi obiettivi.